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Visitare Roma i Monumenti

Arco di Settimio Severo

L'arco di Settimio Severo è un arco trionfale a tre fornici (con un passaggio centrale affiancato da due passaggi laterali più piccoli), sito a Roma, all'angolo nord-est del Foro Romano e sorge su uno zoccolo in travertino, in origine accessibile solo per mezzo di scale. Eretto tra il 202 e il 203, fu dedicato dal senato all'imperatore Settimio Severo e ai suoi due figli, Caracalla e Geta per celebrare la vittoria sui Parti, ottenuta con due campagne militari concluse rispettivamente nel 195 e nell'anno della dedica. L'arco era posto nel Foro a fare da péndant ideale all'arco di Augusto, anch'esso dedicato a una vittoria partica, e con l'arco di Tiberio e il portico di Gaio e Lucio Cesare costituiva uno dei quattro accessi monumentali alla piazza forense storica non percorribile da carri: alcuni gradini sotto i fornici impedivano infatti il passaggio delle ruote.

Descrizione Arco di Settimio Severo

L'arco, alto 23 metri, largo 25 e profondo 11,85, è costruito in opera quadrata di marmo, con i tre fornici inquadrati sul lato frontale da colonne sporgenti di ordine composito, su alti plinti, scolpiti con Vittorie e figure di barbari. Si tratta del più antico arco a Roma, conservato, con colonne libere anziché addossate ai piloni. I fornici laterali sono messi in comunicazione con quello centrale per mezzo di due piccoli passaggi arcuati.  Sui due lati dell'alto attico è presente la seguente iscrizione: « IMP · CAES · LVCIO · SEPTIMIO · M · FIL · SEVERO · PIO · PERTINACI · AVG · PATRI PATRIAE · PARTHICO · ARABICO · ET · PARTHICO · ADIABENICO · PONTIFIC · MAXIMO · TRIBUNIC · POTEST · XI · IMP · XI · COS · III · PROCOS · ET · IMP · CAES · M · AVRELIO · L · FIL · ANTONINO · AVG · PIO · FELICI · TRIBUNIC · POTEST · VI · COS · PROCOS · P · P · OPTIMIS · FORTISSIMISQVE · PRINCIPIBUS · OB · REM · PVBLICAM · RESTITVTAM · IMPERIVMQVE · POPVLI · ROMANI · PROPAGATVM · INSIGNIBVS · VIRTVTIBVS · EORVM · DOMI · FORISQVE · S · P · Q · R »

Basilica di San Pietro in Vaticano

La costruzione dell'attuale basilica di San Pietro fu iniziata il 18 aprile 1506 sotto papa Giulio II e si concluse nel 1626, durante il pontificato di papa Urbano VIII, mentre la sistemazione della piazza antistante si concluse solo nel 1667. La basilica è una delle cose da visitare Roma. Si tratta tuttavia di una ricostruzione, dato che nello stesso sito, prima dell'odierna basilica, ne sorgeva un'altra risalente al IV secolo, fatta costruire dall'imperatore romano Costantino I nel luogo in cui si apriva il circo di Nerone e dove la tradizione vuole che san Pietro, uno degli apostoli di Gesù, fosse stato sepolto dopo la sua crocifissione. Oggi possiamo solo immaginare l'imponenza di questo edificio, immortalata solo in alcune raffigurazioni artistiche: l'impianto, arricchito nel corso dei secoli con preziose opere d'arte, era suddiviso in cinque navate e presentava analogie con quello della basilica di San Paolo fuori le mura, aveva 120 altari di cui 27 dedicati alla Madonna. Sotto papa Niccolò V (1447-1455), la basilica costantiniana, sopravvissuta ai saccheggi e agli incendi subiti dalla città dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, fu interessata da un progetto, affidato a Bernardo Rossellino, di sostanziale ristrutturazione che prevedeva il mantenimento del corpo longitudinale a cinque navate coprendolo con volte a crociera sui pilastri che dovevano inglobare le vecchie colonne, mentre veniva rinnovata la parte absidale con l'ampliamento del transetto, l'aggiunta di un coro, che fosse la prosecuzione logica della navata e di un vano coperto a cupola all'incrocio tra transetto e coro. Questa configurazione forse influì in qualche modo sul successivo progetto di Bramante per un rinnovamento totale dell'edificio, che infatti conservò quanto già costruito. I lavori iniziarono intorno al 1450, ma con la morte del papa non ebbero ulteriore sviluppo, e furono sostanzialmente fermi durante i pontificati di Callisto III (1455-1458), Pio II (1458-1464), Paolo II (1464-1471), Sisto IV (1471-1484), Innocenzo VIII (1484-1492), Alessandro VI e Pio III, (1503-1503). Una parziale ripresa dei lavori si ebbe tra il 1470 ed il 1471 sotto la direzione di Giuliano da Sangallo, che preparò un progetto di ristrutturazione complessiva per Paolo II, ma senza ulteriore seguito. Nel 1505 le fondazioni del coro absidale erano alzate fino ad una altezza di 1,75 m circa.

Fontana di Trevi

Dopo una serie di progetti presentati da vari architetti e mai posti in atto, verso il 1640 papa Urbano VIII ordina a Gian Lorenzo Bernini una "trasformazione" della piazza e della fontana, in modo da creare un nuovo nucleo scenografico nei pressi del palazzo famigliare (Palazzo Barberini) allora in fase di ultimazione, e che fosse anche ben visibile dal Palazzo del Quirinale, residenza pontificia. Bernini progetta una grande mostra d'acqua e, prima ancora di ottenere l’autorizzazione, inizia i lavori, finanziati, tra l’altro, dai proventi di una sgraditissima tassa sul vino imposta ai romani. Amplia dunque la piazza (che inizialmente era solo un trivio) demolendo alcune casupole a sinistra della fontana preesistente, quindi la ribalta ortogonalmente, sino ad arrivare all'allineamento odierno, rivolto verso il Quirinale. nota da varia documentazione illustrata, doveva essere strutturata in due grandi vasche semicircolari concentriche, al cui centro un piedistallo, appena sotto il pelo dell’acqua, doveva servire come base per un gruppo, probabilmente incentrato sulla statua della “vergine Trivia”. Ma i fondi per il progetto si esaurirono presto e vennero anche drasticamente tagliati a causa della guerra che il papa aveva dichiarato al Ducato di Parma e Piacenza: non venne scolpita alcuna statua centrale e il cantiere fu bloccato. Nello spostamento si persero anche le tracce della lapide di Niccolò V.  La morte di Urbano VIII, nel 1644, e il conseguente processo aperto contro la famiglia Barberini dal nuovo papa Innocenzo X comportò l’abbandono del progetto berniniano. Anzi, al Bernini, caduto in disgrazia per essere stato l’architetto della famiglia Barberini, venne affidato il semplice compito di prolungare l'acqua Vergine sino a piazza Navona, dove Francesco Borromini avrebbe dovuto realizzare una nuova mostra monumentale dinanzi al palazzo della famiglia del pontefice (Pamphilj).



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